Fino al 27 gennaio 2019 sarà presente, presso il Museo della Permanente di Milano, la mostra immersiva, prodotta Da MondoMostreSkira, dal titolo: “Caravaggio. Oltre la tela”. Per la prima volta a Milano una mostra, che attraverso la tecnica multimediale, permette di raccontare in maniera più dettagliata i capolavori dell’artista e portare alla luce le vicende meno conosciute della sua vita intima e travagliata. Grazie alla preparazione tecnica e consulenza di Rossella Vodret, ed il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso il video mapping, si è potuta costruire l’intera vita di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, e mostrare nella loro completezza architettonica ed artistica opere mai esibite. La mostra si sviluppa in quattro sale, in cui il visitatore è accompagnato da cuffie specifiche per un percorso della durata di circa un’ora, in cui si è completamente catturati ed inglobati in un mondo composto da immagini e prodotti speciali rendendoci partecipi a tutti gli effetti.
Percorso espositivo
La prima stanza è destinata alla giovinezza ed al percorso formativo dell’artista; il suo tragitto da apprendista lo vede presente prima a Milano e poi a Roma dove inizierà il suo esordio e debutterà con il suo operato, uno dei dipinti di questo ciclo è “Riposo nella fuga in Egitto”. Il secondo ambiente ci indirizza negli anni di maggior successo di Caravaggio, il suo talento viene riconosciuto dal Cardinal del Monte e gli viene accreditato un forte valore artistico con il mandato per Cappella Contarelli e la Cappella Cerasi, giungendo a realizzare un’opera come “Medusa” per Francesco I de’ Medici.
Il terzo atto porta in scena la Roma nascosta, dei ghetti appartati, che Caravaggio inizia a frequentare, arrivando addirittura ad uccidere Ranuccio Tomassoni e costretto a scappare. Nell’ultima sala vediamo rappresentati gli anni della fuga, prima a Napoli, poi a Malta e in Sicilia realizzando opere senza precedenti, come la “Resurrezione di Lazzaro” e la “Flagellazione”. Sotto la protezione di Costanza Colonna torna infine a Napoli, sperando nella misericordia papale con l’intervento del Cardinal Gonzaga; questi sono gli anni in cui dipingerà la sua ultima opera, “Martirio di Sant’Orsola” per poi tornare a Roma, spegnendosi a Porto Ercole ancora in giovane età.
Nuovo sistema rappresentativo
Il sistema utilizzato per la mostra di multi-proiezione in grande formato ha permesso di analizzare in maniera meticolosa le diverse opere dell’artista per scoprirne ogni minimo segreto, riuscendo a decifrarne le diverse bozze ed immagini sottostanti poi modificate nelle fasi successive. Un nuovo modo di vivere e concepire la mostra, un metodo contemporaneo di rappresentazione dell’opera d’arte che non vuole sostituire quello precedente ma permette di approcciarsi ad una nuova emozione. Un percorso espositivo coinvolgente che non lascia inermi ma cattura da subito chi entri in contatto con questa sperimentazione artistica rappresentativa, una mostra immersiva che ha permesso di sfruttare e portare alla luce gli ultimi sviluppi tecnologici a cui si è arrivati. Uno scoprire non solo in superficie sulla tela ma un andare oltre, per vedere quello che è nascosto dietro e non è visibile ad un primo impatto.