Gli spazi dell’ex Ansaldo, situati in via Bergognone 34, sotto la gestione di BASE, ospitano fino al 22 ottobre la mostra “Un grande numero. Segni, immagini, parole dal 1968 a Milano”, curata da Fondazione ISEC, con la collaborazione dell’università IUAV di Venezia ed il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.
Con lo scopo di narrare quello che è successo nel 1968 nella città di Milano ma anche nel resto del mondo, per mezzo di forme comunicative che venivano utilizzate dai movimenti, la mostra restituisce l’immagine di anni intensi in cui la mobilitazione giovanile si faceva sentire e riusciva ad arrivare a colpire l’opinione pubblica, facendosi strada tra i vari canali mediatici.
Un movimento
Fu un movimento che non colpì un piccolo raggio d’azione ma divenne globale, un mondo in rivolta che arrivò a determinarsi in America, in Francia, in Giappone ecc.
L’ingiustizia sociale, i confini chiusi, i malumori dovuti ai dissensi politici, portano all’”Antiautoritarismo”, una parola che si ritrova designata su edifici soprattutto dell’istruzione e della cultura, c’è una forte volontà di dimenticare gli anni della guerra. Altre parole vanno identificandosi come l’”Antirazzismo” e la voglia di “Libertà”, soprattutto in quei paesi che subiscono il peso del colonialismo. Ad illustrare la memoria di quanto è avvenuto in questi anni ritroviamo documenti originali dell’epoca ed alcuni inediti.
Diversi i ceti sociali, le persone che aderiscono al movimento sono di varia natura: artisti, studenti, operai, lavoratori che attraverso le loro parole ed il loro linguaggio si identificavano. La musica stessa risulta essere un elemento capace di superare le differenze di ceto e cultura e diventa portavoce dei tempi nuovi che stanno arrivando.
Cosa comporta il 1968
Il 1968 diventa anche l’anno delle rivoluzioni studentesche, delle occupazioni; il malessere dovuto all’aumento delle tasse porta ad avere degli scontri con gli organi di governo. Gli studenti si uniranno anche con la fascia degli operai per la loro lotta, favorendo così la nascita di partiti e, nelle fabbriche, dei Comitati unitari che insieme ai Sindacati porteranno alla stagione dei rinnovi contrattuali. Durante il percorso espositivo è possibile imbattersi in scatti realizzati dal fotoreporter Uliano Lucas e di fotografi che in quegli anni sono stati rappresentativi, come per esempio: Walter Barbero, Enrico Cattaneo, Cesare Colombo ecc.
Divisione all’interno dello spazio
Sono dodici le sezioni in cui si snoda la mostra, affidata alla creatività di giovani designer dell’università IUAV di Venezia, che attraverso la guida di Paolo Fortuna, sono riusciti ad esprimere e realizzare un progetto grafico che potesse esprimere al meglio le inquietudini e le avversioni che ci sono state in quel preciso momento storico.
Questi giovani talenti si sono immedesimati nei loro compari, che cinquant’anni fa si erano immersi in un mondo fatto di pensieri ed idee che, per certi versi, risulta uguale ad oggi.
Immergendosi negli ideali passati, provando a confrontarsi e rileggere quegli anni attraverso lo sguardo di giovani ventenni che vivono in un’altra epoca si è voluto evidenziare quanto le immagini risultino essere il codice espressivo primario utilizzato e non la parola.
Lo scopo di trasmettere degli insegnamenti che questi movimenti sono riusciti a dare al dinamismo comunicativo e quanto possano essere ancora importanti per noi e per la nostra espressività sociale.
Gaia Tonani
Mostra visitata il 2 ottobre
Dal 2 al 22 ottobre 2018
Un grande numero. Segni immagini parole dal 1968 a Milano
BASE – Via Bergognone 34, Milano
www.base.milano.it
Orari: – Da lunedì a domenica dalle 11:00 alle 19:00
Info: T +39 02 8905.2365